Dr. Massimo Motta
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​Il mio orientamento, il mio metodo
Nella mia pratica clinica faccio riferimento ad alcuni concetti fondamentali che ho fatto miei e che utilizzo con i pazienti che incontro. Alcuni provengono dall'Analisi Transazionale, un orientamento psicoterapeutico che guarda alla persona sia per quello che prova dentro, sia per come si relaziona con gli altri. L'attenzione è anche a quella parte di noi piccola e nascosta, al bambino che siamo stati ieri, ai bisogni che abbiamo avuto e che abbiamo ancora oggi, e che cosa possiamo fare, proprio oggi, per soddisfarli. Questa è la mia bussola. Da un iniziale navigare a vista, solcare il mare aperto, forte della direzione e della sicurezza nel vento. Come un antico proverbio dice: "non possiamo dirigere il vento, ma possiamo orientare le vele". Questo è quello che succede in seduta.

Ogni psicologo ha un suo modo di essere e di stare nella seduta. Io pongo in primo piano l'ascolto e la rassicurazione, fondamentali per creare una base sicura (come dice Bowlby) e un'alleanza che può condurci a raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti. Si tratta, poi, di definire che cosa faremo insieme, e di essere entrambi responsabili - psicologo e paziente - di quello che succederà in seduta. Si tratta proprio di un contratto, che ci permetterà di orientarci rispetto alla direzione che stiamo intraprendendo. Coerentemente con il mio approccio, pongo molta attenzione a quello che succede dentro la persona - i suoi pensieri, le sue emozioni -  e anche al modo in cui si relaziona con gli altri. Ogni elemento è utile in seduta per comprendere chi ho davanti: per conoscerlo sotto diversi punti di vista, e per camminare insieme verso il fine terapeutico. Considero il mio paziente un esperto di se stesso, e considero la mia competenza - gli anni di studio, di supervisione e l'esperienza - un'ulteriore chiave di lettura, utile per i pazienti per comprendere meglio se stessi. Non si tratta, quindi, in seduta, di "andare dal dottore e farsi prescrivere una medicina: la medicina è la seduta stessa, somministrata ogni settimana come di fa con un antibiotico. La cura è creata, vissuta, discussa, costruita insieme. Unica per ogni coppia "terapeuta e paziente". 

I pazienti sono interlocutori preziosi, perché la parola è uno dei canali privilegiati. Quando il pensiero si fa parola svela dubbi, paure, incomprensioni. A volte la parola non basterà più: serviranno silenzi vissuti insieme, servirà la presenza, come una base sicura, per andare avanti verso il benessere.

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