Se le normali ansie quotidiane, più o meno radicate, non sono passate di moda; se il Covid e la sua lunga coda continua a sconvolgerci in modi in cui non siamo ancora del tutto consapevoli, nel tempo hanno progressivamente fatto la loro comparsa le nuove ansie: l'ansia da guerra, l'ecoansia e la solastalgia. La causa continua ad essere l'incertezza di questa situazione attuale, la paura per il senso di estrema precarietà e lo sconforto per l'assenza di via d'uscita. Le emozioni che viviamo oggi sono spesso queste, figlie dell’epoca in cui viviamo. I cambiamenti repentini dell’ambiente che l'uomo ha provocato e l’incremento delle (conseguenti?) catastrofi naturali ha fatto sì che qualcuno iniziasse a parlare di antropocene, l'era geologica data dai cambiamenti dell'uomo sul pianeta. Tutta questa responsabilità (e questa colpa) sta generando nuove forme di disagio psicologico che si sommano agli effetti provocati dai conflitti contemporanei quali terrorismo, guerre e genocidi, episodi di razzismo e violenza diffusa. La solastalgia ha a che fare con la nostra distanza percepita dalla natura e dagli elementi naturali: la conseguenza della nostra stessa civilizzazione aumenta il conflitto interno che proviamo nei confronti della natura, nella continua difficoltà a farne parte e, per contro, a piegarla al nostro volere. Richard Luov ha coniato il termine "disturbo da deficit di natura" per definire quelle difficoltà che soprattutto i bambini "urbanizzati" soffrono, e che aumenta l'obesità, i deficit di attenzione e l'iperattività. Se ti senti coinvolto e vuoi approfondire, contattami.
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AFFRONTARE LE CONSEGUENZE DELL'EMERGENZA COVID CON UN AIUTO PSICOLOGICO ha ancora senso? Ebbene sì. Passano gli anni ma siamo ancora qui a parlare di Covid. Come mai? Be', non si può negare che la vita di ognuno di noi sia cambiata radicalmente a partire dal 2020. Qualunque sia la nostra posizione, la nostra credenza e la nostra convinzione rispetto a questo Covid 19, nessuno può negare quanto abbia influito nella nostra quotidianità, e non solo: i nostri pensieri, le nostre aspettative, le nostre sicurezze sono state messe a dura prova. Ci siamo dovuti abituare a cosa significa vivere in emergenza: non avere la certezza di una fine, di un cambiamento, di una conclusione. Anche ora che sono passati anni dall'inizio della pandemia, anche ora che sembra tutto finito, rimane la paura, l'incertezza, il ricordo. L' incertezza, la sospensione della progettualità, la rimessa in discussione delle priorità, il modo diverso di concepire il futuro nostro e dei nostri cari, la mancanza di legami sociali, l’interruzione improvvisa delle nostre abitudini ha toccato tutti noi, i nostri bambini, i nostri genitori anziani. Ognuno ha dovuto e deve reagire a modo proprio, manifestando o reagendo al disagio con modalità che ripescano nelle nostre storie personali. Abbiamo ripensato con intensità molto chiara al significato di sentirsi soli. Soli con i nostri pensieri, soli con molto tempo a disposizione per ripensare, rimpiangere, rimuginare, e spesso senza poter, o voler agire. E' ormai confermato come l'isolamento prolungato e la mancanza di cambiamento portano ad un incremento del disagio psicologico, che si manifesta attraverso un aumento dello stress, dell'ansia, dell'insonnia, della mancanza di pazienza ma anche di attacchi di panico, depressione, chiusura verso il mondo. Oggi più di ieri, qui dove tutto cambia ma alla fine resta uguale, siamo ancora qui a parlare di Covid e ad affrontarne le conseguenze psicologiche. LA CONSULENZA, ANCHE ONLINE, É UN MODO PER OFFRIRE UN SUPPORTO, ANCHE BREVE, PER TUTTE LE PERSONE CHE NE HANNO BISOGNO. CONTATTAMI SU WHATSAPP QUI PER SAPERNE DI PIU'. Possiamo capire insieme come fare. |
AuthorDr. M. ArchivesCategories |